A offrire un esempio sarà il dipinto di Édouard Manet La Sultane, appartenuto all’imprenditore di Breslavia Max Silberberg (1878–1942). In quanto ebreo, Silberberg fu perseguitato e ucciso dai nazionalsocialisti. Vendette il quadro nel 1937 in una Parigi non ancora occupata, al di fuori della sfera di potere nazista. Bührle lo acquistò nel 1953.
La vendita di Silberberg effettuata nel 1937 solleva questioni cen-trali nell’attuale dibattito internazionale sui furti d’arte perpetrati dai nazisti, un tema che riguarda le vendite autorizzate al di fuori della sfera di potere nazista da collezioniste e collezionisti perseguitati tra il 1933 e il 1945. Mostriamo qui i risultati della ricerca sulla provenienza condotta dalla Fondazione Collezione E. G. Bührle (ultimo aggiornamento: aprile 2023).
Édouard Manet, La Sultane, ca. 1871, Sammlung Emil Bührle, Dauerleihgabe im Kunsthaus Zürich
Max Silberberg, undatiert, publiziert in: Die Dame, Nr. 16, 1930, S. 12-17 © ullstein bild – Fotografisches Atelier Ullstein
Un caso da discutere:
Probabile vendita forzata nel 1937?
La vendita del dipinto La Sultane a Parigi nel 1937 solleva questioni centrali nell’attuale dibattito inter-nazionale sui furti d’arte perpetrati dai nazisti: il dipinto non fu confiscato nella Germania nazista, ma venduto nella parte della Francia non ancora occupata. La vendita ebbe luogo quindi al di fuori della sfera di potere nazista, e tuttavia i proprietari ebrei dell’opera erano stati perseguitati dal regime na-zista fin dal 1933. Occorre pertanto chiarire se la vendita non sia da considerare, ai sensi della Dichia-razione di Terezín, come un esproprio causato dalla persecuzione nazista.
A partire dagli anni Novanta, diverse opere di musei pubblici e privati in Europa e negli Stati Uniti sono state restituite agli eredi di Max Silberberg. Si tratta soprattutto di opere vendute nel 1935 a Berlino in occasione di aste forzate, oppure confiscate in seguito dalle autorità naziste. Al momento è in corso una controversia tra i rappresentanti degli eredi di Silberberg e la Fondazione Collezione E. G. Bührle su come si debba giudicare questo caso. La vendita del dipinto qui presentato, La Sultane, avvenuta nel 1937 nella Parigi non occupata, deve essere valutata come un «esproprio causato dalla persecuzione nazista»? Il collezionista Max Silberberg, che all’epoca si trovava in Germania, quindi non al di fuori della sfera di potere nazista, aveva ottenuto il ricavato della vendita, e poteva disporne liberamente?